Leggi di Rolland

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Le leggi di Rolland o leggi di servizio pubblico designano una serie di requisiti che si applicano a tutte le attività del servizio pubblico, nonostante i fattori di variazione che caratterizzano tali attività.[1]

Le leggi di Rolland, individuate da Louis Rolland, organizzano e sistematizzano i principi del servizio pubblico e li raggruppano in tre grandi categorie: continuità, mutevolezza ed uguaglianza.

Questi principi sono poi suddivisi in sottocategorie.[2]

Il principio di continuità[modifica | modifica wikitesto]

Il requisito della continuità detta la possibilità per gli utenti di fruire delle attività di servizio pubblico in ogni circostanza.[3]

Questo principio di continuità del servizio pubblico è un principio con valore costituzionale (PVC) individuato dal Consiglio costituzionale con una decisione "Diritto di sciopero in materia radiotelevisiva", decisione relativa alla legge che modifica le disposizioni della legge n. 7 agosto 1974 sulla continuità del servizio pubblico radiotelevisivo in caso di cessazione concertata del lavoro.[4]

Se inteso in senso stretto con riguardo ai servizi vitali, il principio di continuità del servizio pubblico non ha valore assoluto. Tale esigenza deve infatti riguardare il diritto di sciopero a disposizione dei pubblici ufficiali.[5] La conciliazione di questi due principi è quindi illustrata, da un lato, dalla privazione del diritto di sciopero per alcuni soggetti (servizi pubblici operanti nel dominio sovrano, ad esempio la polizia o la gendarmeria[6]). Il principio di continuità è invece inteso in modo più flessibile per gli altri servizi pubblici. È richiesto solo un servizio minimo.

Spetta poi a ciascun capo dipartimento adottare le misure necessarie per garantire la continuità dei servizi preposti a provvedere ai bisogni essenziali del Paese. Come tale può requisire personale (CE, 1976, CFDT sezione sindacale del Centro Psicoterapeutico di Thuir[7]).

Il principio di adattabilità o mutabilità[modifica | modifica wikitesto]

Il principio di mutabilità implica che l'amministrazione ha il diritto di adottare provvedimenti modificativi dell'organizzazione e del funzionamento dei pubblici servizi.

La giurisprudenza di principio in materia è la sentenza "Société TV6" del Consiglio di Stato (CE, Ass., 1987, Soc. TV6[8]) secondo la quale è sempre libera per l'amministrazione modificare il regolamento per la diffusione.[9]

Gli utenti non hanno quindi un diritto acquisito al mantenimento di un regolamento relativo all'organizzazione di un pubblico servizio (CE Sez., 1961, Vannier Archiviato il 18 aprile 2016 in Internet Archive.[10]).[11]

Tuttavia, gli utenti del servizio pubblico hanno il diritto di esigere che il servizio pubblico operi in conformità a quanto previsto nei testi (CE, 1906, Sindacato dei proprietari e dei contribuenti del quartiere Croix de Seguey Tivoli[12]).

Il principio di uguaglianza[modifica | modifica wikitesto]

Il principio di uguaglianza è esso stesso suddiviso in sottoprincipi. Si tratta di un principio generale di diritto (DGP)[13] così come espresso in una sentenza di Sezione” Società Concertistica del Conservatorio emanato dal Consiglio di Stato nel 1951.[14]

Parità di trattamento degli utenti del servizio pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Parità di trattamento tra utenti significa che gli utenti devono ricevere pari trattamento.

Da una fermata Associazione SOS Razzismo (CE Sez., 2013 [15] ), il Consiglio di Stato qualifica tale principio esprimendo il fatto che tale principio non va inteso alla lettera e che, di conseguenza, non implica che gli utenti siano trattati esattamente nello stesso modo (CE Sez., 2013 [1] ), il Consiglio di Stato qualifica tale principio Sez., 2013, Associazione SOS Racisme)[16]:

"Il principio di uguaglianza non osta a che l'autorità investita del potere regolamentare disciplini diversamente situazioni diverse o perturbare l'uguaglianza per motivi di interesse generale, purché nell'uno come nell'altro caso, la disparità di trattamento che ne deriva sia direttamente connessa alla finalità di lo standard che stabilisce e non è manifestamente sproporzionato rispetto ai motivi che possono giustificarlo.»[15]

Tale sentenza individua tre diverse ipotesi di trattamento:

  • Se la legge ha previsto la possibilità di un trattamento differenziato. L'impugnazione sarà poi proposta al Consiglio costituzionale con un controllo di costituzionalità a posteriori;
  • Se la giurisprudenza ritiene che gli utenti si trovino in una situazione diversa (CE Sez., 1974, Denoyez e Chorques[17])[18];
  • Se la giurisprudenza ritiene che l'interesse generale sia tale da giustificare una disparità di trattamento[19] (CE Sez., 1997, Commune de Genevilliers)[20].

Al di là di queste tre ipotesi, questa disparità di trattamento deve essere necessariamente proporzionata.

La neutralità del servizio pubblico[modifica | modifica wikitesto]

Il principio di neutralità del servizio pubblico è pensato come una variazione del principio di uguaglianza degli utenti del servizio pubblico. Ciò implica in particolare che gli edifici e gli agenti di servizio pubblico non indossino segni politici, filosofici o religiosi, che potrebbero suggerire che il servizio pubblico favorisce un particolare utente o gruppo di utenti a causa delle loro convinzioni.

La laicità è, ad esempio, l'espressione del principio di neutralità nel servizio pubblico (CE, 2014, Confederazione nazionale delle associazioni familiari cattoliche[21]). Implica la neutralità dell'autorità pubblica rispetto alla religione.[22]

Ne consegue il divieto per gli agenti (pubblici e privati – Cass. soc. 19 marzo 2013, L. c/ Associazione Baby-Loup [23]) ad indossare segni ostentati – indipendentemente dal fatto che siano in contatto con gli utenti.[24]

Una delle più notevoli giurisprudenza in materia di neutralità riguarda la questione detta "pasti sostitutivi nelle mense scolastiche" (CE, 11 dicembre 2020, Comune di Chalon-sur-Saône[25]). In tale sentenza, il Consiglio di Stato chiarisce che il requisito della neutralità non vieta né obbliga l'istituzione di menù sostitutivi dei pasti a base di carne di maiale. Ciò comporta l'annullamento della delibera del consiglio comunale che vietava tale dispositivo.[26]

I limiti di questa trilogia classica[modifica | modifica wikitesto]

Le leggi di Rolland corrispondono ai principi generali del diritto amministrativo francese e non solo ai principi ispiratori del solo servizio pubblico.[27]

Inoltre, la classica trilogia sviluppata da Louis Rolland sembra a molti dottrinalmente obsoleta. La critica principale riguarda l'assenza dei principi di libero accesso, trasparenza e partecipazione degli utenti al servizio pubblico. Tuttavia, questi tre principi non hanno alcun significato reale poiché il diritto francese non li ha sistematizzati e riconosciuti come tali.[27]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Les lois du service public, su Carrières Publiques.
  2. ^ Camille Morio, Dictionnaire d'administration publique, su Cairn.
  3. ^ Le droit administratif, Presses universitaires de France, ISBN 9782715408050.
  4. ^ (FR) Décision n° 79-105 DC du 25 juillet 1979 | Conseil constitutionnel, su conseil-constitutionnel.fr.
  5. ^ (FR) Le principe de continuité des services publics : du renforcement de la puissance étatique à la sauvegarde de l’expression démocratique, in Revue interdisciplinaire d’études juridiques, vol. 51, ISSN 0770-2310 (WC · ACNP).
  6. ^ (FR) Code de la défense, Article L4121-4, su legifrance.gouv.fr.
  7. ^ Conseil d'État, 4 / 1 SSR, du 4 février 1976, 97685, mentionné aux tables du recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  8. ^ Conseil d’État, Conseil d'État, Assemblée, du 2 février 1987, 81131 82432 82437 82443, publié au recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  9. ^ Le droit administratif, ISBN 2-7154-0805-6, OCLC 1270975270.
  10. ^ (FR) Conseil d'État, CE, Sect., 27 janvier 1961, Sieur Vannier (Rec., p. 60) (PDF), su lex-publica.com. URL consultato il 6 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
  11. ^ Mutabilité du service public et droit des usagers | La base Lextenso, su labase-lextenso.fr.
  12. ^ (FR) Conseil d'État, Conseil d'État, 21 décembre 1906, Syndicat des propriétaires et contribuables du quartier Croix-de-Seguey - Tivoli, su Conseil d'État.
  13. ^ (FR) Conseil d'État, Juger de l'égalité en matière sociale : quels principes, quelles méthodes ?, su Conseil d'État.
  14. ^ Conseil d'État, Conseil d'État, Section, du 9 mars 1951, 92004, publié au recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  15. ^ a b (FR) Conseil d'État, Conseil d'État, Section du Contentieux, 18/01/2013, 328230, Publié au recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  16. ^ (FR) Gratuité dans les musées : le principe d’égalité appliqué aux personnes en situation irrégulière, su Revue générale du droit.
  17. ^ Conseil d'État, Conseil d'État, Section, du 10 mai 1974, 88032 88148, publié au recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  18. ^ Lutte contre les exclusions, su senat.fr.
  19. ^ (FR) Egalité devant le service public et différenciations tarifaires, su Revue générale du droit.
  20. ^ Conseil d'État, Conseil d'État, Section, du 29 décembre 1997, 157425, publié au recueil Lebon, su legifrance.gouv.fr.
  21. ^ (FR) Conseil d'État, CE, 15 octobre 2014, Société Confédération nationale des associations familiales catholiques, su Conseil d'État.
  22. ^ DALLOZ Etudiant - Actualité: Non-respect de la neutralité du service public de l'Éducation nationale par le ministre de l’Éducation, su actu.dalloz-etudiant.fr.
  23. ^ Cour de cassation, Cour de cassation, Assemblée plénière, 25 juin 2014, 13-28.369, Publié au bulletin, su legifrance.gouv.fr.
  24. ^ (FR) Baby-Loup : la Cour de cassation confirme le licenciement de la salariée voilée, in Le Monde.fr.
  25. ^ (FR) Conseil d'État, Conseil d'État, su Conseil d'État.
  26. ^ (FR) Métairie Romain, Chalon-sur-Saône : le Conseil d’État rejette la fin des menus de substitution dans les cantines, su Libération.
  27. ^ a b (FR) Le champ d'application des lois de Rolland, in Revue française de droit administratif.
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